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Tutti i santi giorni, di Virzì è la storia, di “un
amore purissimo, come ci ha detto il regista in conferenza stampa, due
individui che vivono vite all’incontrario, hanno orari opposti, infatti, Guido
(interpretato da Luca Marinelli,) è portiere di notte in un grande
albergo, Antonia (interpretata da Federica Victoria Caiozzo in arte Thony )è un’ impiegata di giorno in un
autonoleggio, con la passione per la musica, che ogni tanto di sera, si
esibisce nei locali. La coppia entra in crisi perché non riesce ad avere figli
e decide quindi di praticare l’inseminazione artificiale. Veniamo così
catapultati in un microcosmo, dove s’intrecciano storie di aspiranti genitori, alle
prese con un mondo fatto di attese, termini specialistici e speranze spesso
infrante, il tutto mostrato da Virzì
con uno sguardo sensibile, ironico e delicato. I due vengono filmati come se
fossero un corpo solo, riuscendo a catturarne ansie e desideri. Devo
dire che anche se nella parte centrale il film perde un po’il ritmo, questa sua
ultima opera riesce a emozionare e divertire, creando una sorta di empatia fra
i protagonisti e lo spettatore. Grazie
soprattutto alla bella interpretazione dei giovani attori “vestiti” da
un’ottima sceneggiatura, scritta insieme a Francesco
Bruni e all’autore del romanzo “La
generazione “, Simone Lenzi, romanzo
da cui è liberamente tratto il film.
Numerosi i temi che fanno da sfondo a quello centrale, in particolare quello di una precarietà ormai “ovvia”, i due protagonisti, infatti, fanno lavori completamente diversi rispetto alle loro competenze e qualità personali, essendo Guido un geniale latinista e conoscitore della vita dei Santi e Antonia una talentuosa cantante. Come a voler dire che ormai siamo oltre la tragedia dei laureati impiegati nei call-center. Tema che era al centro di Tutta la vita davanti del 2008.
Virzì in quest’opera evidenzia il suo talento di sceneggiatore dando vita a due personaggi davvero originali e si conferma scopritore di talenti. Infatti, se Luca Marinelli, era già comparso al cinema come protagonista del film di Saverio Costanzo “La solitudine dei numeri primi” e de “L’ultimo terrestre” del fumettista “Gipi”Gian Alfonso Pacinotti, Federica Victoria Caiozzo, era alla sua prima esperienza davanti alla macchina da presa. Il regista livornese alla ricerca di volti nuovi, l’ha scoperta navigando sul web, scovando la sua pagina MySpace. Questa cantautrice siculo-polacca, che ha firmato anche la colonna sonora del film, si è dimostrata sul set intensa e spontanea.
Azzeccata anche la scelta di mostrare una Roma sfaccettata come un diamante, quella delle cupole, opulenta e bellissima e quella periferica violenta ed ignorante. Il realismo della pellicola è dovuto anche all’ottimo lavoro fatto dal direttore della fotografia il giovane, Vladan Radovic, che ha mostrato una Roma immersa nella sua luce naturale, con uno stile quasi da documentario.
Concludendo
-->Tutti i Santi giorni è un’opera semplice, come l’ha definita anche il regista, che
però ci fa vedere con sguardo disincantato la realtà per quello che è, un film che
farà sicuramente bene al cinema italiano.
Numerosi i temi che fanno da sfondo a quello centrale, in particolare quello di una precarietà ormai “ovvia”, i due protagonisti, infatti, fanno lavori completamente diversi rispetto alle loro competenze e qualità personali, essendo Guido un geniale latinista e conoscitore della vita dei Santi e Antonia una talentuosa cantante. Come a voler dire che ormai siamo oltre la tragedia dei laureati impiegati nei call-center. Tema che era al centro di Tutta la vita davanti del 2008.
Virzì in quest’opera evidenzia il suo talento di sceneggiatore dando vita a due personaggi davvero originali e si conferma scopritore di talenti. Infatti, se Luca Marinelli, era già comparso al cinema come protagonista del film di Saverio Costanzo “La solitudine dei numeri primi” e de “L’ultimo terrestre” del fumettista “Gipi”Gian Alfonso Pacinotti, Federica Victoria Caiozzo, era alla sua prima esperienza davanti alla macchina da presa. Il regista livornese alla ricerca di volti nuovi, l’ha scoperta navigando sul web, scovando la sua pagina MySpace. Questa cantautrice siculo-polacca, che ha firmato anche la colonna sonora del film, si è dimostrata sul set intensa e spontanea.
Azzeccata anche la scelta di mostrare una Roma sfaccettata come un diamante, quella delle cupole, opulenta e bellissima e quella periferica violenta ed ignorante. Il realismo della pellicola è dovuto anche all’ottimo lavoro fatto dal direttore della fotografia il giovane, Vladan Radovic, che ha mostrato una Roma immersa nella sua luce naturale, con uno stile quasi da documentario.
Concludendo